domenica 25 luglio 2010

"Buona Medicina"



Borsa della medicina Mi'kmaq
ricavata dalla zampa di un orso

L'usanza di costruirsi e portare con sè una piccola borsa o un fagotto dove conservare amuleti personali era diffusa su tutto il territorio Nord Americano. Questi oggetti erano realizzati nei più disparati pellami (pelli di lontra, di cervo o anche di uccelli) e la scelta del tipo era determinata dalla "visione" che il suo artefice aveva avuto. Se nella sua esperienza mistica il guerriero aveva visto una gazza allora quella era la pelle che doveva usare per il suo sacchetto della medicina. Il contenuto invece era il più vario. Si trattava comunque sempre di oggetti o vegetali che avevano avuto un posto di rilievo nella visione avuta e che si riteneva avrebbero protetto chi li portava indosso.

Esistono nei musei alcune di queste borse della medicina con ancora il loro contenuto ma sono oggetti abbastanza rari da trovare sul mercato dell'antiquariato.

Il motivo è abbastanza semplice: la fede nella potenza dell'oggetto era tale che il suo proprietario non se ne sarebbe mai disfatto volontariamente. Basti dire che, nelle Pianure, un guerriero che avesse perso il proprio sacchetto (per esempio in battaglia) non poteva assolutamente realizzarne un altro. L'unico modo per essere ancora protetti da una "Buona medicina" era quello di sottrarre in una spedizione l'amuleto di un guerriero nemico.

Anche quando i missionari completarono la loro opera di evangelizzazione gli Indiani convertiti, pur accettando di non portare più indosso il proprio sacchetto, si rifiutavano categoricamente di darlo o venderlo a chicchessia e sceglievano invece sempre di seppellirlo in un posto conosciuto solo da loro.

un mio sacchetto delle medicina

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