sabato 29 settembre 2012

Trofei Umani - part 3

Danza dello Scalpo Sioux - George Catlin - 1845


Il 29 Ottobre 1805 Clark scrisse:
“Il Capo mandò sua moglie a prendere la sua borsa della medicina e aprendola ci mostrò 14 dita che lui diceva fossero le dita dei suoi nemici che aveva preso in guerra, indicando allo stesso tempo il Sud Est e dalla direzione conclusi trattarsi di indiani Snake (Paiute settentrionali); Questa fu la prima volta in cui venni a conoscenza di Indiani che prendevano trofei diversi dagli scalpi dai loro nemici.
Il Capo aveva dipinto queste dita, e diversi altri oggetti che erano nella borsa, di rosso e li ripose via al sicuro, facendo al contempo una breve arringa che io suppongo parlasse di ciò che lui aveva fatto in guerra” (Moulton 1989:351).

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On October 29, 1805 Clark wrote:
"The chief sent his wife to take his medicine bag and opening it showed us 14 fingers which he said were the fingers of his enemies that he had taken in war, indicating at the same time, the South East and be concluded by the management of the Indian Snake (northern Paiute) This was the first time I learned of Indians who took trophies other than scalps from their enemies.
The Chief had painted red these fingers and several other items that were in the bag and put them away safely, while at the same time he pronounced a short harangue which I suppose was talking about what he had done in the war "(Moulton 1989:351) .
Scalpo conservato alla Wisconsin Historical Society





sabato 22 settembre 2012

Trofei Umani - part 2

Scalpo steso su telaio - zona delle Pianure-
La mutilazione dei nemici morti è spesso menzionata nei resoconti storici e etnostorici dello stato di guerra delle pianure. L'usanza di scalpare era la più comune forma di mutilazione, sul cui significato si è molto scritto. Uno scalpo era riconosciuto semplicemente come un trofeo, "un emblema di vittoria" da riportare al villaggio per danzarlo e gioire ancora" (Grinnell)
Altre parti del corpo servivano al medesimo scopo. Al ritorno da una spedizione di guerra gli scalpi ed altre parti del corpo prese come trofei erano preparate dalle donne per i festeggiamenti della vittoria ottenuta. Presentandosene l'opportunità anche le donne rivestivano un ruolo attivo nella mutilazione dei nemici morti. Eastman descrive una donna Sioux che "tagliò le mani ed i piedi di un qualche piccolo bambino Chippewa. e iniziò a lavorarli e cucirli per un necklace".
Trofeo con perline, denti d'alce e metacarpi umani - Crow
"l'azione delle donne anziane di evirare il corpo morto dei nemici maschi è ben documentata negli scritti di altri attenti osservatori dello stato di guerra degli Indiani delle Pianure a partire dal 1790. Jean-Baptiste Truteau, un esperto commerciante Francese e attento osservatore delle tribù del Middle Missouri, ha descritto le furiose mutilazioni dei nemici morti da parte delle donne anziane: "Ho visto queste vecchie furie... tagliare via le mani e le parti virili dei nemici morti, mettersele attorno al collo o alle orecchie e danzare con esse davanti a tutti gli ingressi delle tende del villaggio" (Ewers 1997).
...Gli Assiniboine (Kennedy 1972), i Blackfeet (Ewers 1958), gli Cheyenne (Bourke 1892, Powell 1969), i Cree (Ewers 1958), i Crow (Ewers 1958; Denig 1930:491; Ruger 1888), i Pawnee (Grinnell 1923), i Sioux (Carrington 1896; Eastman 1849; Goodrich 1997; Marquis 1986) e gli Ute (Hamilton 1907) sono tutte tribù di cui sono stati riportati casi di taglio delle mani dei nemici durante le ostilità. 
Edward Denig, un commerciante nelle Pianure settentrionali durante la metà del 19° secolo, aveva molti buoni contatti con gli Indiani delle Pianure e scrisse sulla mutilazione di parti del corpo:
“ Non c’è alcun motivo religioso dietro il compimento di questi atti, e essi non sono fatti nella prospettiva di placare l’animo degli amici morti o come un sacrificio al Grande Mistero; niente nelle loro parole e azioni in queste situazioni fa pensare a qualcosa del genere; invece tutto ciò è solo insulto verso il nemico morto, e gloria selvaggia e vendetta per soddisfare se stessi”.
Nel Nord Ovest Lewis e Clark furono sorpresi nello scoprire l’uso del taglio della mano e del conservare le dita come trofei da parte di un gruppo Chinookan sul Columbia River, vicino Dalles. 
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The mutilation of dead enemies is often mentioned in historical and ethnohistorian  stories about the Plains state of war. The practice of scalping was the most common form of mutilation, the meaning of which was written a lot about. A scalp was recognized simply as a trophy, "an emblem of victory" to return to the village to enjoy and dance it yet "(Grinnell)
Other body parts were used for the same purpose. Upon returning from a military expedition scalps and other body parts as trophies were taken by women and prepared for the celebration of the victory. Whenthere was the opportunity even the women played an active role in the mutilation of dead enemies. Eastman describes a Sioux woman who "cut off the hands and feet of some small child Chippewa children and began to work them and sew them to a necklace."
"The action of older women to emasculate the dead body of the enemy males is well documented in the writings of other keen observers of the state of war of the Plains Indians from 1790. Truteau Jean-Baptiste, a French merchant and expert observer of tribes of the Middle Missouri, described the furious mutilation of dead enemies by older women: "I saw these old mad ... cutting off hands and parts of dead enemies manly, to stretch herself around the neck or ears and dance with them in front of all the entrances to the tents of the village "(Ewers 1997).
The Assiniboine ... (Kennedy 1972), the Blackfeet (Ewers 1958), the Cheyenne (Bourke 1892, Powell 1969), the Cree (Ewers 1958), The Crow (Ewers 1958; Denig 1930:491; Ruger 1888), the Pawnee (Grinnell 1923), the Sioux (Carrington 1896, Eastman 1849, Goodrich 1997, Marquis 1986) and Ute (Hamilton 1907) are all tribes of which have been reported to cut the hands of the enemy during hostilities.
Edward Denig, a trader in the northern Plains during the mid-19th century, had many good contacts with the Plains Indians and wrote on the mutilation of body parts:
"There is no religious reason behind the performance of such acts, and they are not made with a view to appease the souls of dead friends or as a sacrifice to the Great Mystery, nothing in their words and actions in these situations suggests something like that, instead everything is just insult to the dead enemy, and wild glory and revenge to suit themselves. "
In the North West Lewis and Clark were surprised to discover the use of the cutting off of hands and keep your fingers as trophies by a group Chinookan on the Columbia River, near Dalles.

radiografia di un trofeo/necklace Apache


domenica 16 settembre 2012

Trofei Umani

Trofeo/Amuleto -opera di Angela Swedberg-
le "dita" fissate sulla collana sono in vetro
"Culturalmente il conflitto violento fra gruppi sociali affonda nella preistoria delle Pianure e del Great Basin del Nord America. Prove sia di conflitti su piccola scala, per il territorio o a causa di razzie, da cui sfociavano mutilazioni o morte, e sia di guerre su larga scala con distruzione dei villaggi e massacri sono state rintracciate sia archeologicamente e sia attaverso lo studio dei resti umani….
Il tipo di conflitto prevalente variava attraverso il tempo ed i luoghi, essendo meno frequente nelle Pianure durante il periodo Arcaico e quello delle Woodland, e più comune durante il periodo del "Villaggio". La sanguinosità dei conflitti tribali aumento perfino drammaticamente durante il periodo protostorico e quello storico quando gli Cheyenne, i Crow, i Sioux e altri gruppi migrarono dall'est nelle terre già occupate delle Pianure.
Nel Great Basin lo stato di guerra fu prevalente durante l'ultimo millennio, quando le popolazioni "Numic," inclusi i Paiute, Ute, Shoshone e Comanche espansero il loro territorio per mezzo della forza militare.
I gruppi Numic erano ostili fra di loro, ma erano "militarmente aggressivi" e in guerra con "virtualmente tutti i loro vicini" (Sutton 1986). Lo spostamento degli Shoshoni verso le Pianure inizio intorno al 1500 circa, mentre gli Ute e i Comanche entrarono nel sud delle Pianure nel 1700 circa. Le popolazioni residenti furono scacciate o eliminate.
La pratica e l'importanza culturale della guerra fra le tribù storiche delle Pianure è ben documentata da svariati classici lavori sui Blackfeet, gli Cheyenne e i Pawnee. Per alcune tribù la "principale occupazione era la guerra" (Grinnell 1923b:6). Per gli uomini, il prestigio e la leadership fra la tribù poteva essere ottenuta solo grazie a successi in guerra e, per la tribù stessa, la razzia di cavalli divenne una parte integrale dell'economia.
Prendere trofei umani come parte della guerra nelle Pianure e nel Great Basin. aveva anche radici profonde. Scalpi stesi su canestri a forma di dischi, risalenti al periodo dei "Basketmaker" (circa 2000 anni fa), sono stati scoperti nell'est del Great Basin dove le condizioni ambientali secche hanno favorito la conservazione di reperti organici. 
Teste usate come trofei e scalpi sembrano anche dipinti sulle rocce dell'est e del sudest dello Utah. Prove osteologiche di scalpamenti e di teste prese come trofeo sono state registrate nei siti della cultura Fremont datati dal 680-1180. Le prove osteologiche includono tagli e fori sui crani, patologie del cranio tipiche dei sopravvissuti ad uno scalpamento, resti decapitati e smembrati, teschi usati per trofei, e modifiche intenzionali di ossa umane, come ad esempio ossa più lunghe trasformate in strumenti".
Mia traduzione da The Taking and Displaying Of Human Body Parts di Richard J. Chacon e David H. Dye.
Continua...
Trofeo/Amuleto di fine 800 - Cheyenne. 
Da riscontri fatti si pensa che la pelle 
per il sacchetto (scroto) 
e le dita usate appartengano 
ai soldati caduti con Custer sul Little Big Horn

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"Culturally violent conflict between social groups sinks into the prehistory of the Plains and the Great Basin of North America. Evidences of conflicts on a small scale for the area or because of raids, from which flowed mutilation or death, and both of wars on a large scale with destruction of villages and massacres were detected both archaeologically and across the study of human remains ....
The predominant type of conflict varied across time and places, being less frequent in the Plains during the Archaic period and that of the Woodland, and more common during the period of the "Village". The cruelty of tribal conflicts increase dramatically during the period when the protohistoric and historical Cheyenne, Crow, Sioux and other groups migrated from the East to the lands already occupied in the Plains.
In the Great Basin the state of war was prevalent during the last millennium, when the "Numic" population including the Paiute, Ute, Shoshone and Comanche expanded their territory through military force.
Numic groups were hostile to each other, but they were "militarily aggressive" and war with "virtually all their neighbors" (Sutton 1986). Moving of the Shoshoni to the Plains begin around 1500, while the Ute and Comanche entering in the southern Plains in about 1700. The local residents were driven out or eliminated.
The practice and the cultural importance of historical war between the tribes of the Plains is well documented by several classic works on Blackfeet, Cheyenne and Pawnee. For some tribes the "main occupation was war" (Grinnell 1923b: 6). For men, the prestige and leadership among the tribes could be obtained only by success in war, and for the tribe itself, the plunder of horses became an integral part of the economy.
Taking trophies humans as part of the war in the Plains and Great Basin had also deep roots.
From: The Taking and Displaying Of Human Body Parts di Richard J. Chacon e David H. Dye.
To be continued ...
Amuleto/Trofeo Apache







sabato 1 settembre 2012

War Charm


Collane realizzate con la tecnica qui descritta- Plateau- seconda metà dell'800
Uno dei metodi usati fra i nativi per creare collane era quello di avvolgere la striscia di pelle (o anche di stoffa) da decorare con perline di piccole dimensioni. Il filo va fissato cucendolo ad una estremità del laccio e si procede poi ad infilare su di esso 5/6 cm di perline. Il filo con le perline era poi tenuto fermo fra i denti mentre la striscia di pelle alla base della collana era fatta girare. Il risultato è quello di una decorazione molto fitta ed uniforme che credo di non aver mai visto in vendita in Italia. In queste foto lo schema di base ed alcuni passaggi di una collana da me realizzata.
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One way Native people used to create necklaces was to wrap a tongue of hide (or even cloth) with small sized beads. The thread was sewed at one end of the hide tongue and 5/6 cm of beads were strung in it. This thread with the beads was then held in place holding it with the teeth while the hide tongue was rolled. The result is a very dense and uniform decoration that I don't think I've ever seen for sale in Italy. In these pictures the basic pattern and some shots of a necklace I made.