martedì 29 dicembre 2009
"Mi son fatto fare dei mocassini"
"Come per tutte le tribù delle pianure, la guerra era un banco di prova fondamentale per l’uomo Crow: lo status sociale di ogni singolo individuo, per quanto grande fosse il valore attribuito ad altre qualità (generosità, abilità oratoria, poteri sciamanici), dipendeva dal suo valore in guerra. Il coraggio in battaglia era infatti ciò che assicurava il benessere materiale, visto che oggetti e merce di valore, come cavalli, coperte e armi, provenivano dal bottino che si riusciva a razziare durante le spedizioni di guerra. Anche la religione era strettamente legata alla guerra: l’antica Danza del Sole Crow, che era essenzialmente una preghiera di vendetta, aveva perciò forti connessioni con i successi e gli insuccessi militari... Chi partecipava a una spedizione militare, generalmente partiva dal campo a piedi. C’era quindi la necessità di portarsi diverse paia di mocassini di ricambio e la frase “Mi son fatto fare dei mocassini” era quindi sinonimo di “Sto per unirmi a una spedizione di guerra” . Ci si poteva portare un cane che portasse le paia di mocassini di riserva, e un cestino e una corda per assicurare i cavalli rubati completavano il bagaglio del guerriero... Ogni “atto di valore” veniva simbolicamente rappresentato con una particolarità nell’abbigliamento del guerriero. Chi aveva contato “coup” portava dei mocassini con delle code di lupo attaccate al tallone; chi aveva strappato un arma al nemico decorava la propria camicia con delle pelli d’ermellino; chi aveva comandato una spedizione di guerra in cui era stato riportato del bottino, decorava i gambali con scalpi o pellicce d’ermellino..."
Gli estratti di cui sopra provengono da: "Mi son fatto fare dei mocassini" un dettagliato articolo di Anna Maria Paoluzzi, fra le maggiori esperte in storia e foto d'epoca dei Nativi in Italia, dedicato alla guerra ed all'etica dei guerrieri Crow.
L'articolo in questione è pubblicato su Far West.it, sito specializzato nella storia del West, ed è integralmente leggibile a quest'indirizzo:
http://www.farwest.it/?p=2256
I Nativi americani, come la maggior parte delle popolazioni "primitive" avevano sviluppato varie tipologie di calzature. Esse erano realizzate, essenzialmente, in funzione del luogo geografico di residenza. Quelle dei popoli della foreste, in pelle di daino ed a suola morbida, erano perfette per le aree boschive, dove si doveva camminare su erba tenera, aghi di pino etc., ma sarebbero state inappropiate per le zone rocciose o montane.
Anche i Nativi delle pianure utilizzavano calzature a suola morbida ma erano, invece, molto più diffusi mocassini a suola rigida, detti "in stile Sioux", notevolmente più adatti a proteggere da tagli nei pascoli della prateria. Diverse nazioni del sud utilizzavano, invece, dei sandali mentre i Pueblo ed anche alcuni Irochesi costruivano una specie di pantofola intrecciata con materiali vegetali, gli Irochesi, ad esempio, la realizzavano con cartoccio di grano o fibre di Tiglio. I Menominee, ed altri popoli raccoglitori di riso selvatico, realizzavano una calzatura con una suola morbida ed alta. Serviva per trebbiare il chicco camminandoci sopra. Le parti laterali, che erano alte fino a sopra la caviglia, proteggevano dalle bucce appuntite. I Navajo, ma anche gli Apache, utilizzavano dei mocassini a stivale che proteggevano le gambe dagli arbusti della boscaglia.
Vi erano poi dei modelli preferiti dalle singole tribù, i Blackfeet erano così chiamati, sembra, per la pelle colorata con gusci di noci dei mocassini.
Ovviamente la più tipica calzatura dei Nativi è il mocassino. Il nome e la forma dello stesso, con una linguetta arricciata a forma di U, sono tipicamente dei Nativi americani e quelli presenti nella nostra cultura sono una eredità del primo. Il nome stesso deriva da un termine Ojibwa.
Un paio di mocassini Navajo conservati al National Museum of American Indians
Una mia replica del manufatto
Mocassini alti nello stile del Sud Ovest (Apache-Navajo) decorati con perline e bottoni da scarpa
Replica di un paio di mocassini Cheyenne: il colore per la banda centrale è realizzato secondo la tecnica originale con una mistura di pigmenti minerali e colla animale, stesa poi sulla pelle con un pennello d'osso. Le perline usate per il decoro sono nella misura 11/0
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Ornamenti e amuleti
Molti erano i tipi di ornamenti ed amuleti usati dai popoli delle Pianure o del Plateau.
Tradizionalmente prima della nascita di un bambino la madre o le parenti più vicine provvedevano a realizzare un amuleto chiamato in inglese: Umbilical cord holder. Come dice il nome esso era destinato a conservare al suo interno il cordone ombelicale, opportunamente preparato, del nascituro. Spesso a questi portafortuna era data la forma di un animale totemico, come ad esempio la tartaruga simbolo di una lunga e sana vita a venire.
Umbilical cord holder in pelle, perline e hairpipes in legno - Lakota
Ornamento raffigurante il mitico "Thunderbird" o uccello del tuono
Un altro esempio di umbilical cord holder replicato da un originale di Angela Swedberg, una delle maggiori artiste nella riproduzione di manufatti dei Nativi Americani. Il Pattern originale, con il tradizionale disegno dell'orma del cavallo al centro, proviene dalla zona del Plateau
Uno dei materiali più apprezzati sin dall'epoca protostorica erano le perle ricavate da conchiglie. Per i popoli che vivevano nelle Pianure del centro degli Stati Uniti le conchiglie erano merce rara scambiata a caro prezzo con i popoli che vivevano principalmente sulla costa del Pacifico. Lungo rotte individuate dagli antropologi si muovevano prodotti come pelli di bisonte o altri animali, crine di cavallo, copricapi in piume per essere poi barattati con il dentalium (una conchiglia conica ed allungata), cartilagini ed avorio dei grandi animali marini e "Indian Chank shell" un tipo di conchiglia molto ricercata con la quale erano realizzati i famosi "Wampum", le cinture ricche di decori usate anche come dono nelle trattative diplomatiche fra le varie tribù. Insieme alle conchiglie e prima dell'arrivo dei mercanti bianchi il materiale più diffuso e lavorato per ottenerne perle di varia fattura destinate ai manufatti era l'osso.
Una mia replica di un "Loop Necklace" delle Pianure Settentrionali.
Per realizzarlo ho usato:
- cuoio
- pelle di daino per le frange,
- sfere in ottone da un unica piastra -chiodi in ottone
- pony beads
- perle in osso
Tradizionalmente prima della nascita di un bambino la madre o le parenti più vicine provvedevano a realizzare un amuleto chiamato in inglese: Umbilical cord holder. Come dice il nome esso era destinato a conservare al suo interno il cordone ombelicale, opportunamente preparato, del nascituro. Spesso a questi portafortuna era data la forma di un animale totemico, come ad esempio la tartaruga simbolo di una lunga e sana vita a venire.
Umbilical cord holder in pelle, perline e hairpipes in legno - Lakota
Ornamento raffigurante il mitico "Thunderbird" o uccello del tuono
Un altro esempio di umbilical cord holder replicato da un originale di Angela Swedberg, una delle maggiori artiste nella riproduzione di manufatti dei Nativi Americani. Il Pattern originale, con il tradizionale disegno dell'orma del cavallo al centro, proviene dalla zona del Plateau
Uno dei materiali più apprezzati sin dall'epoca protostorica erano le perle ricavate da conchiglie. Per i popoli che vivevano nelle Pianure del centro degli Stati Uniti le conchiglie erano merce rara scambiata a caro prezzo con i popoli che vivevano principalmente sulla costa del Pacifico. Lungo rotte individuate dagli antropologi si muovevano prodotti come pelli di bisonte o altri animali, crine di cavallo, copricapi in piume per essere poi barattati con il dentalium (una conchiglia conica ed allungata), cartilagini ed avorio dei grandi animali marini e "Indian Chank shell" un tipo di conchiglia molto ricercata con la quale erano realizzati i famosi "Wampum", le cinture ricche di decori usate anche come dono nelle trattative diplomatiche fra le varie tribù. Insieme alle conchiglie e prima dell'arrivo dei mercanti bianchi il materiale più diffuso e lavorato per ottenerne perle di varia fattura destinate ai manufatti era l'osso.
Una mia replica di un "Loop Necklace" delle Pianure Settentrionali.
Per realizzarlo ho usato:
- cuoio
- pelle di daino per le frange,
- sfere in ottone da un unica piastra -chiodi in ottone
- pony beads
- perle in osso
Choker Blackfeet
- Base in pelle di daino,
- perline seme 11/0
- pony beads
- perle in ottone
- disco centrale in abalone
- conchiglie "top ring"
- Base in pelle di daino,
- perline seme 11/0
- pony beads
- perle in ottone
- disco centrale in abalone
- conchiglie "top ring"
- Haipipes (tubi in osso)
- sfere in ottone
- tiles beads
- tin coin
- lana
- abalone
- sfere in ottone
- tiles beads
- tin coin
- lana
- abalone
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